La neve c’è, si aspetta il sì ufficiale per il via il 18. Da domani ricominciano gli agonisti

Corriere di Bologna, Blesio —- RASSEGNA STAMPA

Il Corno alle Scale con i suoi 20 chilometri di piste innevate e i 5 impianti è pronto a riaprire. Aspetta la conferma del Governo per poter riavviare la macchina dello sci che permetterebbe alla montagna di ripartire. «Siamo una realtà piccola, ma abbiamo pendenze utili sia per le famiglie sia per sciatori provetti», ricorda Flavio Roda, presidente della società che quest’estate ha rilevato la gestione del comprensorio sciistico. La neve ieri, intanto, ha superato i 2 metri.

La neve è caduta copiosa e beffarda anche ieri. In montagna ancora non si sa con certezza se il 18 gennaio, la data indicata per la riapertura degli impianti sciistici italiani, si potrà godere di cotanta abbondanza. «Non ho quasi memoria di uno spettacolo del genere: abbiamo superato i due metri di neve, per sciare è il massimo», si stropiccia gli occhi Flavio Roda, presidente della società che ha rilevato in estate la gestione del comprensorio sciistico del Corno alle Scale.

«Il 7 (domani, per chi legge, ndr) riapriamo intanto un impianto per gli agonisti poi il 18 speriamo di poter avviare il resto, se no andremmo

” Flavio Roda Se apriamo il 18 potremmo avere 2 mesi e mezzo buoni di lavoro e salvare almeno in parte la stagione

troppo avanti e ci rimarrebbe poco tempo per provare a recuperare».

Il tempo andato non ritornerà. E non ci sarà nulla da fare nemmeno per gli incassi persi. «Ma se apriremo il 18 potremmo avere due mesi e mezzo buoni di lavoro: non è il massimo, ma possiamo provare a salvare almeno in parte la stagione». Le perdite sono già ingenti. «Noi fin qui ci abbiamo solo rimesso, visto che abbiamo investito 500 mila euro e non abbiamo incassato nulla». A soffrire di questo immobilismo è tutta la montagna. «Per ogni euro incassato da noi, 6-7 euro di indotto arrivano alla montagna: capirete che i paesi qui sono in ginocchio, la situazione è davvero critica». Da Roma al comprensorio bolognese non è piovuto nulla. «Ma sarebbe più importante riuscire a ripartire: in caso contrario i ristori sarebbero solo un palliativo».

C’è un tesoro bianco con più di 20 chilometri di pista e 5 impianti di risalita (oltre al tappeto mobile per i principianti) che non vede l’ora di essere riscoperto sull’Appennino Bolognese. «La nostra stazione non è grandissima, ma ha pendenze sia per la famiglia sia per lo sciatore provetto — assicura l’ex maestro di Alberto Tomba — quindi può soddisfare tutte le esigenze».

Roda e soci hanno preso in mano la gestione del comprensorio «per valorizzarlo, anche d’estate». A bilancio, però, l’inverno è importantissimo. E questo sarebbe stato d’oro, vista la neve caduta in questi giorni. La pandemia e i decreti governativi hanno bloccato tutto ma il 18 si dovrebbe riaprire in sicurezza. «Qui non ci sono mai state grandi file, quindi possibili assembramenti, e comunque si possono evitare con semplici accorgimenti come la prenotazione online — ricorda Roda — Sulle piste, invece, non serve nulla: il distanziamento è proprio naturale».

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